Questo angolo del nuovo sito – a proposito, è ormai in dirittura di arrivo e mi sembra davvero una bella cosa oltre che uno strumento fondamentale di relazione all’interno e all’esterno della comunità bagnolese che si ispira all’insegna del Circolo Ilva – si chiamerà “punture di spillo” e vorrà essere una sorta di palestra dialettica nella quale proveremo (tutti, nessuno escluso) a dibattere le questioni interne al sodalizio ma anche quelle che nel bene e nel male segnano la nostra quotidianeità sofferente. Uno spazio critico, sorretto, però, dal desiderio dichiarato di offrire un contributo costruttivo. E di porsi come momento di utile e costruttivo dibattito. Con le istituzioni e con la cittadinanza. Chiarite le idee, devo riconoscere, però, che l’esordio di “punture di spillo” va in tutt’altra direzione e tradisce l’obiettivo che si è fissato, ma perdonateci se per una volta non ce la prendiamo con qualcuno o qualcosa, ma rendiamo omaggio alla Madonna Ilvana che ci accoglie con il volto atteggiato al sorriso. Come fa una mamma, anche quando la casa crolla. A cambiare strada – ma non accadrà più, lo ripetiamo – siamo stati indotti dalla immagine soave della Madonna con il bambino che da oltre sessanta anni veglia su Bagnoli e su di noi. E’ durato un attimo, ma stato tutto molto bello e suggestivo: una signora, probabilmente una socia, offre un fiore alla Madonna del lavoro. Un attimo, ma quante cose si possono fare o sognare in quel lampo di tempo: a me, che da poco frequento con assiduità il Circolo, ha regalato una sensazione bellissima di pace interiore, quella che ora provo a ribaltare su di voi. Sicuro di trovarvi tutti dalla mia parte perché l’edicola votiva posta al centro del piazzale sta lì a ricordarci quanto profondo sia l’amore che i soci hanno per la Madonna alla quale hanno affidato le loro ansie ma anche le loro gioie. La Madonna del lavoro, anche ora che il lavoro non c’è e la fabbrica è spenta, resta lì, al suo posto, a indicarci la strada. E’ un rapporto che niente riuscirà a scalfire, negli anni, vedrete, nasceranno tante altre Ilvana e ci sarà sempre una donna o un uomo che ogni giorno offrirà un fiore alla Madonna di tutti. Anche a nome nostro.
Carlo Franco
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